La Ministra Bellanova: «Regole chiare»

Incrementare l’export di ortofrutta; salvaguardare e garantire le produzioni, sia in termini di quantità che di qualità, mettendo a disposizione dei produttori mezzi di difesa e prodotti fitosanitari efficaci, salvaguardando l’ottica della sostenibilità a partire da una sicurezza alimentare in cui l’Italia è da primato in Europa.

Queste le “assolute necessità per l’Italia” contenute nel documento consegnato a Berlino, all’inaugurazione della collettiva “Italy.The Beauty of Quality”, alla ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, dal presidente di CSO Italy Paolo Bruni. Una richiesta congiunta, firmata dal coordinatore Ortofrutta di Alleanza delle Cooperative Italiane Davide Vernocchi,  dal presidente di Assomela Ennio Magnani, dal presidente di Fruitimprese Marco Salvi, dal presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo, oltre che dallo stesso Bruni.

Il presidente Bruni ha sintetizzato il contenuto del documento al ministro, davanti a un settore rappresentato dai suoi vertici, un settore che ha dato il segno della compattezza e della determinazione a fare gioco di squadra attorno a questi due punti essenziali. Obiettivi condivisi sia da Coldiretti, presente con il presidente Ettore Prandini, che da Confagricoltura, pure rappresentata dal suo presidente nazionale, Massimiliano Giansanti.

Per esportare di più, l’Italia deve aprire nuovi mercati «ancor oggi chiusi da barriere fitosanitarie». Il documento evidenzia i risultati positivi ottenuti negli ultimi mesi, che riguardano Messico e Colombia per il kiwi, Taiwan, Vietnam e Tailandia per le mele e puntualizza i prossimi obiettivi. Con il Brasile è in corso un negoziato per la ripresa delle esportazioni di susine angeleno, la varietà più importante. Con il Messico sono sul tappeto i dossier congiunto su mele e pere. E’ poi in fase di negoziazione il dossier pere con la Cina, quello sul kiwi con il Vietnam, quelli su kiwi, pere, uva da tavola e altri prodotti con la Tailandia.

Poi, la Ministra ha virato: «La sicurezza alimentare – ha detto – non si tocca e non è merce di scambio per nessun accordo commerciale. È un diritto inalienabile dei cittadini. L’Italia vuole mercati aperti con regole certe. I dazi non sono lo strumento del futuro delle relazioni mondiali e quando gli Stati Uniti alzano i dazi sui prodotti della Dieta mediterranea non fanno un danno solo ai nostri produttori ma danneggiano i loro consumatori privandoli di un’alimentazione sana e garantita».  E sull’Europa: «Noi crediamo nell’Europa. È la nostra casa. È anche il nostro mercato. Dobbiamo renderla più forte, più semplice, più efficiente. Siamo il Paese che riceve più fondi europei Oc, e con quelle risorse abbiamo fatto molto per innovare e ammodernare il settore. Ora dobbiamo proseguire e confermo la massima disponibilità per ragionare insieme anche in ottica di riforma della Pac. Diciamo quello che ho già detto a Bruxelles: l’agricoltura non deve subire tagli».