Il Presidente Manfrin: «Agire come gli alpinisti»

A margine dell’edizione 2024 del Berlin Fruit Logistica, il Presidente Maurizio Manfrin, riassume in questo intervento il suo pensiero, espresso nel corso delle tavole rotonde di questi giorni.

C’era uno slogan, qualche tempo fa, in voga fra le piccole banche, quelle locali: pensare localmente, agire globalmente. In sintesi, voleva dire: fare più in grande ciò che si fa in piccolo, o comunque nel perimetro d’azione.

Credo che questo, pur rimanendo valido, sia stato superato dagli scenari nei quali anche le banche locali, oggi sono chiamate a muoversi.

Quindi, se qualcuno oggi mi chiedesse cosa deve fare la banca locale per il comparto agricolo, o in qualsiasi altro settore, direi senza ombra di dubbio: ragionare fuori dagli schemi. Essere un crack! Fare una giocata talvolta anche incredibile e inaspettata, che però possa portare con certezza ai risultati sperati.

Quando dico ciò, non intendo, ovviamente, muoversi in maniera avventata o senza razionalità. Questo sarebbe pericoloso.

Dico: avere il coraggio di osare, di uscire dagli schemi. Appunto.

Se noi ci fossimo limitate a sostenere il singolo agricoltore con i finanziamenti bancari, sicuramente avremmo svolto il nostro compito di banca, ma oggi non saremmo qua.

Il nostro socio e cliente agricoltore, sa perfettamente che la sua BCC dell’Agro Pontino continuerà a sostenere i suoi progetti. Ma sa anche che su di noi può contare anche per altro.

Quell’altro è tradotto dal nostro “pensare fuori dagli schemi”. Era intorno al 2015 quando abbiamo cominciato a pensare a qualcosa che potesse sostenere l’agricoltura locale nella sua totalità.

Nel 2017 eravamo a Berlino con un nostro stand.

Nel 2023 siamo a Berlino nello stand del Consorzio AgroPontino: cioè la Banca è ospite di una realtà nata da quel pensiero quasi folle. E qualcuno prima di me, penso a Steve Jobs, ha invitato ad essere folli…

Siamo stati i primi in Italia a portare la filiera locale, in maniera aggregata, sui palcoscenici internazionali. A chi non aveva la possibilità di offrire un contesto importante e strutturato. Aprire a nuovi contesti commerciali.

E’ stato facile? Sicuramente no. Però siamo riusciti ad essere soggetto coagulante per realtà fortemente radicate nell’individualismo, anche comprensibile. Realtà che oggi pensano che se cresce il Consorzio AgroPontino, possono crescere anche loro stesse, con le rispettive qualità e prodotti.

Ecco, bravi noi a fornire supporto e aggregazione. Bravi anche gli imprenditori a fidarsi nell’azione di raccordo.

Questo ha portato alla generazione di un movimento, a fare da apripista, a ritenere da più parti in Italia, spendibile il progetto AgroPontino.

Non siamo gelosi. Anzi auguriamo che per la grande filiera italiana arrivino tanti e tanti progetti simili e anche migliori.

Ritengo, però, che per raggiungere tale risultato – e qui torno alla traccia dell’incontro odierno – occorra non un capitale economico, che la banca potrebbe avere, ma un capitale umano di idee e progetti.

Oggi, il Consorzio conta 24 Cooperative e una lista di nuove entrate, ha un risultato economico aggregato di tutto rispetto: un fatturato di 286.498.800,44 euro (+4% sull’anno precedente); 574 soci conferitori; 2.716 dipendenti diretti; 3.750 ettari di superficie coltivabile.

Ma il Consorzio AgroPontino non si ferma qua. E’ a disposizione perché può essere la casa di tutti, di chiunque sia convinto che l’unione fa la forza e che abbia il coraggio di pensare fuori dagli schemi.

Questo è il momento delle scelte. E noi dobbiamo essere bravi come gli alpinisti: sguardo rivolto al cielo, ma piedi ben piantati a terra.